Sannio Falanghina, ancora polemiche

Chi pensava che l’inaugurazione di Sannio Falanghina avrebbe messo a tacere ogni polemica, compresa quella sulla scelta -poi rinnegata- di celebrare a Napoli il passaggio di consegne con i rappresentanti della città portoghesi di Torres Vedras e Alenquer, si sbagliava di grosso.

A rincarare la dose ci ha pensato la Camera di Commercio di Benevento, che ha disertato la cerimonia di sabato scorso, stigmatizzando l’approssimazione dei sindaci di Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso. Il presidente Antonio Campese ha lamentato lo scarso coinvolgimento dei soggetti che avrebbero dovuto essere invece i protagonisti. I viticoltori, appunto: la loro rappresentanza in sala era folta, effettivamente, ma non forse quanto ci si aspettava.

Non è tutto: certa stampa locale si rammarica, tra le altre cose, dello scarso rilievo che ha avuto l’evento sui media nazionali. Attendiamo, adesso, la replica di quanti erano stati tacciati di “provincialismo”, allorquando avevano motivato la scelta dell’inaugurazione ufficiale a Napoli con la possibilità di un maggiore coinvolgimento degli operatori dell’informazione. Tutto e il contrario di tutto, insomma.

Il passaggio di consegne tra i sindaci delle 5 città di Sannio Falanghina e i rappresentanti delle città portoghesi

Gli impegni della politica

La cerimonia inaugurale che ho seguito in diretta è stata una “passerella” per la politica (la foto è di Tv7). Ma ora, esauriti i “bravo, bravissimo” (che pure si possono dire, con il solo limite del “chi si loda, s’imbroda) e proclamati gli obiettivi, anche con iperboli e paroloni, bisogna agire. Il rischio è che le promesse dei politici intervenuti (dare slancio al turismo, favorire la creazione di infrastrutture per la ricettività, ecc…) restino soltanto vuoti slogan acchiappaconsensi.

Lo stesso Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, si è sbilanciato prendendo impegni certi e indicando le priorità: viabilità delle aree interne, formazione per i giovani a misura delle realtà agricole operanti sul territorio, continuità nel sostegno economico alle aziende danneggiate dall’alluvione. In sala più di qualcuno avrà preso nota, potremo fare -credo- un primo bilancio già a fine anno.

Se è vero dunque, come è vero, che il turismo enogastronomico è fiorente e che le persone che vanno in giro per il vino si muovono sempre anche per qualcos’altro; se è vero, come è vero, che il Sannio, anche sotto questo profilo, ha tanto, tantissimo da dire, mostrare, raccontare; bèh, proviamo allora -qui sta la sfida- a mettere tutto a sistema, ma non solo a parole.

Come biasimare altrimenti chi ancora non s’è messo in macchina per venire nel Sannio (eh sì, perché col treno è un po’ complicato arrivare a Benevento finanche da Napoli, anche se De Luca ha promesso che il “treno storico Napoli-Salerno farà fermate anche nella città del vino“). E non resterebbe altro che affidarsi alla simpatica chiosa del sindaco Mastella: “chi non beve Falanghina del Sannio peste lo colga!” 😀

Falanghina Republic, si comincia

Più che per l’esordio nella blogosfera vinosa di Falanghina Republic, il 16 febbraio 2019 sarà ricordato come il giorno di Sannio Falanghina. Città europea del vino 2019. Si svolgerà oggi, infatti, la cerimonia inaugurale di cui tanto s’è parlato ultimamente, soprattutto per via del “balletto” -ha scritto qualcuno- sulla location.

Tra Napoli e Benevento, alla fine l’ha spuntata la cittadina sannita, cui spetta di diritto il titolo di “capoluogo morale”. E così sarà l’antico complesso monastico di San Vittorino a fare da cornice al “passaggio del testimone tra le città portoghesi di Torre Vedras e Alenquer e le 5 città di Sannio Falanghina: Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso.

Mi piaceva l’idea di legare a questa data la proclamazione di una virtuale repubblica fondata sulla falanghina e non è perciò un caso che Falanghina Republic faccia il suo debutto oggi, proprio a voler rinsaldare il mio legame affettivo con questa fantastica terra sannita.

Grappolo di falanghina

Sannio, ma non solo

Ovviamente non sarà soltanto il Sannio protagonista, perché -non c’è da dimenticarlo- la falanghina è l’uva più diffusa della Campania. Presente in tutte e 5 le province, è autorizzata in molte delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette della regione. Non solo, è pure idonea alla coltivazione nel Centro Italia e in altre zone del Mezzogiorno: dall’Umbria alla Basilicata, fino alla Puglia, persino in Sardegna.

Un’uva versatile, lo avrete sentito dire migliaia di volte, che ben si presta alle più svariate tipologie di vinificazione (non c’è cibo che non si possa accompagnare con un buon calice di falanghina), ma che paga ancora lo scotto di scellerate politiche commerciali, nemmeno del tutto debellate, e la cui reputazione è stata talvolta svilita dalle azioni degli stessi soggetti che avrebbero dovuto averne a cuore le sorti.

E invece la falanghina merita diritto di cittadinanza nel mondo delle grandi uve bianche. Seguitemi, vi farò scoprire i suoi volti, le sue vigne, i suoi piccoli grandi vini.

Ci si vede in giro! Calice in mano, mi raccomando. 😉