Irpinia Falanghina Santa Vara 2021, Tenuta Cavalier Pepe

Irpinia Falanghina Santa Vara 2021, Tenuta Cavalier Pepe

La Falanghina di Tenuta Cavalier Pepe è un’interpretazione “diversa” della varietà, almeno rispetto alle più usuali vinificazioni in acciaio.

Santa Vara, in particolare, è la località ove si trova la vigna di falanghina prescelta per la produzione di questa (ormai) consolidata etichetta di Tenuta Cavalier Pepe. Parliamo di un vigneto a corpo unico situato proprio di fronte alla cantina, tra i comuni di Sant’Angelo all’Esca e Luogosano, a circa 400 metri di quota.

Anche per via della peculiare natura dei suoli – che sono argilloso-sabbiosi e di buona dotazione organica, e presentano affioramenti vulcanici in superficie – la zona si è nel tempo affermata come particolarmente vocata (anche) per la falanghina. Ci sono, però, alcune significative differenze rispetto alle altre superfici vitate del comprensorio destinate a una delle uve bianche autoctone più note, nonché regina indiscussa della Campania: e se in Irpinia la maturazione avviene in genere entro la seconda decade di ottobre, qui a Santa Vara la falanghina si vendemmia mediamente 7/10 giorni più tardi.

Dicevo che l’Irpinia Falanghina Santa Vara 2021 rappresenta a tutti gli effetti un’idea “diversa” di Falanghina – come ce ne sono anche altre in regione, per la verità –, benché la via più percorsa ad oggi sia stata quella di una fermentazione solo parziale in legno, ovvero di un più o meno prolungato passaggio in rovere per l’affinamento. Nel caso specifico, invece, le uve fermentano in botte grande, ove avviene quindi l’affinamento sulle fecce fini per un periodo tra i 6 e i 12 mesi.

Sarei portato a credere alle parole di Milena Pepe, secondo cui questa Falanghina ha una longevità potenziale di una ventina d’anni, ma lo verificheremo negli anni a venire. Quel che è certo è che la Santa Vara è già oggi una Falanghina molto saporita, che conserva l’impronta tipica del vitigno – con le sue note fruttate ed erbacee – grazie a un apporto dei legni misurato e tale da conferire delicati sentori speziati. La dinamica gustativa, poi, si connota per finezza e scorrevolezza; complice l’accento salino, il sorso, che pure è sinuoso, non è mai in debito di slancio.

Insomma, non male!

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Tenuta Cavalier Pepe
Via Santa Vara
83050 Sant’Angelo all’Esca (AV)
T +39 0827 73766
M info@tenutacavalierpepe.it

La Falanghina alla Slow Wine Fair

Quante belle Falanghina da degustare alla Slow Wine Fair di Bologna! Ovviamente tanta, tantissima Campania; ma c’è anche una Falanghina dalla vicina Puglia.

La seconda edizione della Slow Wine Fair, la fiera sul “vino buono, pulito e giusto” in programma a Bologna da domenica 26 a martedì 28 febbraio, sarà un’ottima occasione per provare e riprovare molti vini Falanghina prodotti in Campania.

Sono curioso, in particolare, di riassaggiare – un paio di mesi dopo la mia visita in azienda – la Falanghina Levata di Monserrato1973. Mai provate fin ora, invece, le versioni ferma e spumante metodo classico prodotte dall’azienda irpina Il Torchio della famiglia Russolillo (che gestisce, per la cronaca, un agriturismo imperdibile se siete dalle parti di Montecalvo Irpino, regno della Pecora Laticauda presidio Slow Food).

Tra le circa venti etichette segnalate nella corposa winelist della Slow Wine Fair (ben 2510 vini in assaggio, di circa 700 aziende diverse), c’è poi anche una Falanghina pugliese (FiloOro 2021 di Juvara): visto che non conosco né il vino né l’azienda, direi che sarà la bottiglia perfetta per iniziare la mia tornata di assaggi.

Se passate tra i banchetti della Campania, beh, fate un fischio! 😉

Falanghina dei Campi Flegrei Vigna Astroni 2017, Cantine Astroni

Campi Flegrei Falanghina Vigna Astroni 2017, Cantine Astroni

A distanza di qualche tempo dall’ultimo assaggio, la Falanghina Vigna Astroni 2017, made in Campi Flegrei, mi ha sorpreso per verticalità e profondità del sorso.

Tornerò presto a parlare delle mie ultime puntatine in terra flegrea, ovviamente a tema falanghina (ma non solo). 😉 Prima però vorrei dirvi qualcosa del laboratorio di degustazione che ho condotto a Salerno insieme a Adele Elisabetta Granieri, nel giorno della presentazione regionale di Slow Wine e Osterie d’Italia 2023: protagoniste la Banca del Vino e le cantine della Campania che hanno aderito a questo progetto di Slow Food.

Tra i vini in assaggio, scelti per offrire una panoramica pur non esaustiva delle uve e delle vigne della regione, la più bella “sorpresa” – almeno per quanto mi riguarda – è stata la Falanghina dei Campi Flegrei Vigna Astroni 2017 di Cantine Astroni. Parliamo di un cru ottenuto dalle uve di una vigna posta tra i 170 e 210 metri di quota, su suoli sabbiosi di origine vulcanica, alle pendici esterne del cratere degli Astroni, oggi oasi WWF.

Se chiudevo gli occhi, vedevo tutto a tinte gialle: potrei quasi sintetizzare così. Splendidamente dorata nel calice, probabilmente anche grazie a un breve contatto con le bucce pensato da Gerardo Vernazzaro, è una Falanghina di grande integrità. Profumi di ginestra e sensazioni più spiccatamente iodate e idrocarburiche hanno introdotto una bocca di gran carattere, pirotecnica e tambureggiante per vena sapida, allungo e progressione verticale.

Nulla di nuovo, per la verità, ché il Vigna Astroni ci ha abituato a grandi performance in termini di complessità e profondità, specie quando ha potuto beneficiare di un po’ più di tempo in bottiglia.

PS: nel giudizio complessivo della platea sul vino ha forse influito il fatto di essere stato preceduto da un bianco più giovane e con una quota importante di lavorazione in legno: tornare sul bicchiere a fine serata ha permesso di convincersi definitivamente della bontà dell’assaggio.

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