Monte Cigno, l’altra Falanghina de I Pentri

«Monte Cigno è la falanghina di tutte le nostre vigne, comprese quelle più giovani»: così Lia Falato e Dionisio Meola* mi hanno raccontato la loro “seconda” (ça va sans dire) etichetta di falanghina.

Ogni volta che vado a I Pentri, Lia è sempre indaffarata in qualcosa: «volevamo provare a fare la ricotta con il latte delle pecore che pascolano qui nelle nostre vigne. Almeno sappiamo cosa mangiano», così appena qualche settimana fa.

Ero passato per provare le ultime annate, e partirei proprio dalla Falanghina Monte Cigno, che prima c’era ma non aveva un nome e ora invece ce l’ha (Monte Cigno, nel territorio di Cusano Mutri, era l’altura trincerata dei Sanniti-Pentri).

Flora e Monte Cigno

Le uve per il Monte Cigno sono raccolte generalmente nella terza decade di settembre, a differenza di quelle destinate alla Falanghina Flora, che invece restano in pianta fino a ottobre inoltrato. La vinificazione segue però gli stessi ritmi, e anche l’imprinting gusto-olfattivo è simile: mi piacciono molto quelle sensazioni di tiglio ed erbe amare.

I 14 gradi di alcol non sono certo una novità, non da queste parti almeno (il comprensorio tra Castelvenere e Guardia Sanframondi, nel Sannio beneventano). Né si vuole intervenire per spogliare il vino di alcunché. Se però si beve che è un piacere, ed è questo il bello, lo si deve a freschezza e sapidità in quantità.

Bonus: l’ho bevuto con soddisfazione e senza alcuna difficoltà a 14 gradi, e pure con qualche grado in meno. Voi fate un po’ come vi pare: il risultato sarà bello uguale!

I Pentri
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82037 Castelvenere (BN)
T +39 0824 940644
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* in questo post di Marco Stanzione trovate la storia del loro ritorno alla terra.