La Falanghina a Campania Wine

Falanghina a Campania Wine

Ecco due interessanti Falanghina scoperte a Campania Wine. Due giorni di vini della Campania.

Le due giornate che ho trascorso a Napoli per Campania Wine sono state un’ottima occasione per testare, tra gli altri, diversi vini a base falanghina. Dopotutto, lo abbiamo detto più e più volte, la falanghina è varietà decisamente “trasversale” nella produzione vinicola della Campania, presente in tutte le province della regione e ammessa praticamente in tutte le denominazioni in bianco.

Ne approfitto, dunque, per lasciare traccia di 2 Falanghina tra le più convincenti, con una doverosa premessa: si tratta di vini che non avevo mai assaggiato prima – l’uno prodotto in provincia di Avellino e l’altro nel salernitano –, da aziende con approcci viticoli, almeno in apparenza, sensibilmente diversi.

La prima è l’Irpinia Falanghina 2020 di Nardone Nardone: un bianco solido, diretto e senza troppi fronzoli. Mi è piaciuto sia per la sobrietà del profilo olfattivo, libero da pirotecniche e caricaturali esplosioni di profumi (pur presenti e definiti), sia dal punto di vista gustativo, per un sorso fresco, di buona presa e allungo finale. «Il merito – dice Domenico Nardone Nardone (il doppio cognome non è un refuso)è tutto dei terreni argilloso-calcarei di contrada Vertecchia», località in agro di Pietradefusi che potrà sicuramente già dirvi qualcosa, nota com’è per le eccellenti uve coda di volpe che vi si producono.

La seconda è il Puro White 2019 de Il Puro, progetto enologico dell’azienda agrituristica Villa Lupara, alle porte di Salerno. È qui che, sin dal 2006, il giovane Domenico Coppola porta avanti un’idea di vino senza aggiunta di solfiti e con vinificazioni condotte in modo da preservare la “purezza” – mo’ ci vuole – del frutto che natura regala. Della sua Falanghina ho apprezzato la semplicità e quella vena un po’ rustica che lo rendono un bianco scorrevole, nondimeno gratificante per ricordo finale.

Nell’uno e nell’altro caso ci sarebbe da mettersi in macchina al più presto e andare a dare un’occhiata. 😉

Irpinia Falanghina “Piano del Cardo” 2020, Passo delle Tortore

Piano del Cardo – questo il nome dell’etichetta targata Irpinia Doc Falanghina di Passo delle Tortore – è null’altro che la descrizione del suolo che ritroviamo in contrada Vertecchia a Pietradefusi.

C’è falanghina anche in Irpinia, e non è certo una novità. Sono sempre più numerose le aziende che in questi ultimi anni hanno puntato sulla varietà a bacca bianca regina del Sannio, investendo in vigneti di proprietà: Passo delle Tortore è un altro nome da aggiungere all’elenco.

Francesco De Pierro, il giovanissimo enologo sannita al comando delle operazioni di vigna e cantina, è anche uno dei 4 soci: 29 anni, una laurea in tasca, e poi esperienze in Francia tra Bordeaux e Rodano.

Piano del cardo – questo invece il nome dell’etichetta targata Irpinia Doc Falanghina – è null’altro che l’esatta descrizione di ciò che si ritrova sulla collina di contrada Vertecchia a Pietradefusi (ove sorgerà la cantina di vinificazione). Tra i filari di falanghina – a dimora su circa un ettaro a mezzo, su suolo in parte argilloso-calcareo, in parte più limoso – abbondano infatti i “cardi” selvatici.

L’uso del legno, che accomuna tutti e tre i bianchi di casa, è funzionale alla ricerca di pulizia, finezza e allungo. Lo si nota bene nella Falanghina 2020 assaggiata qualche giorno fa, in cui la barrique accoglie poco meno del 15% della massa: ben congegnato tra le note di pera e salvia, leggermente speziata, è un bianco gradevolmente sapido sull’allungo finale.

Meno “densa”’ e ancora più slanciata, invece, sembra essere la Falanghina 2021 pronta ad andare in bottiglia, per la quale mi sentirei di prevedere belle cose. Attendere prego, poi ne riparliamo.

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